lunedì 30 novembre 2020

 Il Perchè.

    Il pensiero occidentale nasce con la filosofia greca come ricerca del perchè delle cose. Ricerca di una legge inserita nelle cose e d'una formula nella quale poter rinchiudere la spiegazione. Ricerca di tanti perchè, a partire del perchè dell'esistenza del mondo. L'assunto è che esiste una realtà che ha origine, diviene e muore avendo in sè la spiegazione dell'origine e dell'evoluzione. Si vuole spiegare con la ragione ciò che prima si spiegava con la fantasia o con la fede. Esiodo parla di una età dell'oro, la Bibbia di un Paradiso terrestre. L'uscita dal Paradiso è conseguenza di voler usare la ragione per conoscere la differenza tra il bene e il male. Ma è quindi usando la ragione si perde anche la felicità iniziale? Penso di sì perchè prima la dimensione spazio-temporale era sentita come un momento della dimensione infinito-eternità. Non si pensava che ci potesse essere, nè che valesse la pena ricercare una spiegazione che si esaurisse nella dimensione spazio-temporale. Nascere era passare dalla dimensione infinito-eternità alla dimensione finita nel tempo e nello spazio, morire era perdere nuovamente i caratteri della finitezza per ritrovare quelli dell'infinito-eternità. La dimensione spazio-temporale non era vista e sentita come originata, e quindi diversa da quella dell'infinito-eternità, ma come un modo di essere momentaneo della stessa dimensione.
    Su questo presupposto non ha senso cercare i perchè con la ragione nello spazio temporale, cosi facendo si perde il sentimento della partecipazione alla dimensione dell'infinito-eternità, si perde la felcità originaria nell'angoscia del sentimento della propria finitezza

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